pochi i tentativi di realizzare sculture, la tecnica necessita di molto tempo per concludere una realizzazione, decisamente non adatto al mio temperamento.
Realizzai uno stampo di gesso di un animaletto in plastica di cui feci una riproduzione in argento.
Provai anche a realizzare una fusione, utilizzando scarti di piombo recuperato dalle vecchie tubature dell’acqua.
Modellai un pedone, di un’improbabile scacchiera, utilizzando la cera di diverse candele.
Un amico stuccatore, m’insegnò a preparare il gesso che colai attorno al modello di cera, inserito in un contenitore di legno, prevedendo i canali di sfogo per la cera, l’umidità e il metallo.
Una volta che il gesso fu asciutto, fuso il piombo in un secchio di ferro da muratore, colai il metallo nella feritoia superiore dello stampo; il calore fece uscire la cera e l’umidità ancora presente con un potente getto di vapore.
Quando, ormai, a temperatura ambiente, eliminai il gesso dello stampo rompendolo con un martello, lasciai, quindi, a mollo nell’acqua il manufatto di piombo per tutta la notte; all’indomani con una spazzola di ferro ripulii la statuetta dai rimasugli di gesso.
Il pedone di piombo luccicante, pesante un chilo e mezzo, piacque molto al medico, amico di famiglia, che se lo prese con l’intenzione di usarlo come ferma carta.
Riccardo Monti