Chi utilizza la bicicletta per mantenere il proprio fisico in buona salute, evitando di assumere farmaci, che comunque, hanno effetti collaterali, conosce bene il rischio di come la condizione fisica sia rapidamente compromessa, a causa della inosservanza delle norme da parte di chi guida mezzi motorizzati a quattro o più ruote.
Anche alcuni ciclisti, sono maleducati e avventati, viaggiano affiancati per chiacchierare facilmente, si affiancano sulla destra dei veicoli fermi allo stop, ostacolando e non rispettando le norme.
Nonostante le attuali leggi prevedano l’accusa di omicidio stradale per chi investe i ciclisti, capita spesso che la distanza di sicurezza del metro e mezzo di distanza, non sia rispettata.
Nei ricordi della mia giovinezza, quando il mio unico mezzo per spostarmi era la bicicletta, la polizia stradale fermava e sequestrava la bici, per scoraggiare la pessima abitudine di viaggiare affiancati; nel dubbio chiesi ad un agente della polizia, quale fosse il motivo per cui non si potesse viaggiare affiancati; rispose che il codice della strada prevede che si mantenga sempre la destra della corsia, tranne in caso di doppia corsia a scorrimento lento.
Parte della colpa è delle amministrazioni comunali, provinciali, regionali e statali, che non prevedono, in alternativa alla pista ciclabile, almeno una striscia, larga un metro, sul lato destro della strada riservata ai ciclisti, se non in asfalto almeno in macadam, meno costoso; spesso l’asfalto copre unicamente la corsia principale fino a pochi centimetri dalla linea di demarcazione, lasciando, al di là di questa, nella migliore delle ipotesi erba incolta, ma più facilmente avvallamenti e buche profonde, che in caso di pioggia si riempiono d’acqua, nascondendo lo stato del terreno sottostante.
La situazione è molto pericolosa per il ciclista che mantiene la destra della careggiata per paura di essere investito, il rischio di cadere è alto, in particolare, in prossimità dei semafori.
anche se non spazio, oltre la linea, il tappeto erboso attutisce l’eventuale caduta
I conducenti che non hanno mai usato la bicicletta, spesso rasentano il ciclista sulla destra della careggiata, spaventandolo, in particolare chi guida gli automezzi della nettezza urbana, che probabilmente sono in possesso di una autorizzazione alla guida spericolata.
I conducenti, dei grandi autoarticolati con rimorchio (autotreno), che si spostano su tutto il territorio europeo, mantengono la giusta distanza di sicurezza dal ciclista, rallentando e fermandosi in prossimità delle rotatorie, per evitare disgrazie; probabilmente in altri paesi europei le norme in materia sono più punitive nei confronti di chi investe il ciclista.
i veicoli nuovi sono dotati di sistema ADAS.
https://en.wikipedia.org/wiki/Advanced_driver-assistance_system
Entro il 2024 anche i vecchi veicoli dovranno attrezzarsi con questa apparecchiatura.
attraversamento della strada
I pedoni sanno quanto sia difficile attraversare una strada sulle strisce pedonali, pochi si fermano, come prevede la legge; gli autisti anziani, perché fanno fatica a frenare e cambiare marcia, i giovani perché quello che stanno fumando o il telefonino, li fa pensare ad altro o semplicemente per maleducazione.
Quando in bicicletta devi attraversare la strada è meglio utilizzare le strisce pedonali, quando ci sono, e, “bici alla mano”, attraversare a piedi.
le rotonde
Senza alcun dubbio, la difficoltà maggiore per il ciclista è come attraversare una rotatoria, se c’è molto traffico e c’è un passaggio pedonale, è preferibile attraversare sulle strisce pedonali.
Purtroppo le rotonde di periferie, hanno scarsa segnaletica e capita spesso che l’automobilista ti tagli la strada, perché vedendo che prosegui mantenendo la destra, pensa che tu debba girare a destra, o più semplicemente lo fa per avventatezza e arroganza.
Quando il mezzo alle spalle è rumoroso, è opportuno segnalare le proprie intenzione di marcia con le braccia, ma quando il mezzo è silenzioso, come le auto elettriche o gli autocarri con furgone frigorifero coibentato difficilmente lo senti arrivare, capita, come mi è successo recentemente, di trovarmi in mezzo alla rotonda, con un furgonato, che silenziosamente procedeva accostato, costringendomi a frenare, per lasciarlo passare; non è una questione di ”angolo cieco”, il conducente mi aveva visto molto bene, perché, anziché frenare, ha continuato ad affiancarmi fin quasi all’uscita dalla rotonda, finché mi sono fermato per permettergli di attraversarmi la strada.
le immagini seguenti mostrano quale fosse la situazione, testé descritta
la strada di avvicinamento alla rotonda
uscita a destra dalla rotonda
Un particolare, che non mi sorprese affatto, dopo che il furgonato mi ebbe superato, notai che non aveva segnalato la svolta a destra con le frecce direzionali, perché aveva il telefonino in mano, e, dopo che mi sono fermato per lasciarlo passare, proseguì verso destra, nella corsia opposta, in quanto tra le due mezzerie c’è un’aiuola sparti traffico.
Obbligando l’installazione di un radar di prossimità, dotato di AI e non disattivabile, che segnala acusticamente quando è troppo vicino a un pedone o ciclista, potrebbe essere la soluzione; quelli montati di serie sulle nuove auto, controllano il comportamento del guidatore; nel caso appena descritto, il radar avrebbe bloccato il motore, segnalando l’accaduto alla polizia.
https://www.digitalworlditalia.it/settori-industriali/smart-car/auto-connesse-incubo-privacy-159747
Radar
Attualmente esistono in commercio le telecamere, “Dash Cam”, con un software che riconosce la presenza di pedoni e ciclisti, ma fintanto che non c’è un obbligo di legge, con pene severe per chi non installa e utilizza correttamente questi dispositivi, siamo certi che pochi si attrezzeranno in merito, anche perché, a quanto pare solo i pedoni e i ciclisti, che rischiano di essere investiti, si accorgono che il guidatore è al telefono mentre guida.
Quello che noi ciclisti possiamo fare, per ora, e per la nostra sicurezza, è montare un “radar per bicicletta” che segnala quando qualcuno si avvicina da dietro come quello descritto nel Link.
In alternativa, se avete dimestichezza con i montaggi elettronici, potete costruirlo, con meno di 20 €, acquistando un sensore radar.
Il modulo Radar HFS-DC06, sfrutta l’effetto Doppler con un ampio angolo di rivelazione, è alimentato a 5 volt / 30 mA, con un segnale di uscita che passa da zero a 5 Volt, utilizzabile per far suonare un cicalino quando una massa entra nel suo raggio di azione; il RADAR è regolabile da 0,5 a 12 metri con un tempo di risposta da 2 a 120 secondi.
Il segnale in uscita, in presenza di una massa che entra nel suo raggio d’azione, passa da zero Volt A + 5 Volt. se l’oggetto è fermo, non ci sarà alcun segnale; noi comunque, se stiamo pedalando, siamo in movimento, pertanto se superiamo un oggetto fermo che entra nel raggio di azione del Radar, il cicalino suonerà.
HFS-DC06 Radar Module
Riccardo Monti