In quegli anni, sia i sistemi operativi sia i computer, non avevano grosse capacità grafiche; i PC più avanzati, montavano microprocessori Intel486 con una frequenza massima di lavoro di 50 MHz, con pochi mega di memoria e utilizzavano ancora il DOS, si era da poco affacciato windows 3.0, che finalmente forniva capacità grafiche, finora appannaggio Apple, ai PC compatibili IBM.
Con un sistema operativo a icone utilizzabile con il mouse, era finalmente possibile utilizzare anche i PC per scopi creativi.
Gli scanner a colori costavano svariati milioni di lire, mentre gli scanner monocromatici interfaccia SCSI, costavano un milione e mezzo di lire.
Mi venne l’idea di trasformare gli scanner monocromatici in scanner a colori mediante l’utilizzo di tre fogli colorati, rosso, verde e blu, che con tre scansioni successive sovrapposte, ricostruiva l’immagine a colori.
In quell’anno ero diventato distributore certificato Autodesk che vendevo con i computer che costruivo.
Fortunatamente, poiché non avevo molto tempo da dedicare allo sviluppo del software, parlando della mia idea con un amico fisico che lavorava al centro di ricerche di Ispra, seppi che il figlio aveva la passione per la grafica e sapeva programmare in C; d’accordo con il padre, coinvolsi in questa impresa il ragazzo, che fu felice di sviluppare il software e costruire qualcosa che mettesse a buon fine i suoi studi.
Sfortunatamente, le buone idee non rimangono operative per molto tempo, anche se non c’era internet, nel giro di due anni, arrivarono sul mercato scanner a colori economici che ha permesso la loro grande diffusione; oggi uno scanner a colori costa poche decine di euro.
la difficoltà maggiore fu quella di reperire le pellicole utilizzate come filtri, in grado di neutralizzare la tonalità delle lampade degli scanner monocromatici, che non erano bianche, ma tendevano l verde.
Riccardo Monti