Un progetto così imponente, non poteva certo essere fatto da una sola persona, soprattutto pensando che fu pubblicato un modulo ogni mese; allora, non c’erano computer con capacità grafiche e programmi necessari alla preparazione dell’articolo da pubblicare.
I disegni fatti a mano da Fabrizio, sul suo tecnigrafo, furono incollati sul menabò insieme ai testi, in formato colonna, il tutto predisposto per la stampa.
Io, a quel tempo, lavoravo per un’industria farmaceutica e le mie conoscenze di elettronica analogica, non erano certo in grado di sviluppare i circuiti presenti in quest’opera di cui ho curato l’architettura d’assieme, Project Manager come si direbbe oggi.
L’artefice dei circuiti elettronici che costituiscono questo progetto, era un ragazzino magrissimo con i capelli lunghi e la sigaretta sempre in bocca, neo diplomato all’ITIS di Gallarate.
La difficoltà più grande fu quella di “costringerlo” a finire quello che aveva iniziato, rispettando i tempi stretti imposti dal direttore della rivista “Onda Quadra”, che, in cambio della pubblicazione, ci concesse pagine di pubblicità.
Si proprio costringerlo, perché, mentre era retribuito per questo lavoro, si distraeva continuamente in altri progetti; infatti, iniziavano a circolare i primi sistemi di sviluppo per microprocessori, che allettavano la sua mente brillante per le possibilità d’impiego, e appena lasciato libero da questo impegno, con un suo compagno di scuola, progettò la prima macchina per maglieria gestita a microprocessore.
Riccardo Monti